L’esplorazione del dungeon che conduce al covo dell’Anello d’Acciaio si rivela essere più pericolosa del previsto: il labirinto in cui il gruppo si addentra è costellato di trabocchetti e vicoli ciechi, e molto spesso i personaggi arrivano a sfiorare la morte.
Stanchi ma determinati, gli avventurieri si infilano nell’ennesimo corridoio buio, con Vince, reso invisibile dal suo anello magico, in silenziosa avanscoperta.
La temperatura sale man mano che il passaggio si addentra nel ventre della terra, e le pareti sono calde al tatto.
Il silenzio fatto di respiri e tintinni metallici viene squarciato improvvisamente da latrati e ringhi: due mastini infernali, scivolando fuori da due pannelli laterali, sorprendono il gruppo alle spalle. Vince si maledice per non essersi accorto dei passaggi segreti e, temendo che ce ne possano essere altri più avanti, abbandona alla lotta i compagni, tastando freneticamente, ora e destra e ora a sinistra, le pareti del corridoio.
Heens Hoolt, urlando ai compagni di fargli largo, si porta in prima fila: fa appena in tempo a piazzarsi davanti alle belve che una fiammata delle demoniache fauci lo investe. L’elfo si ripara, avvolgendosi istintivamente nel mantello, gesto che, normalmente, non servirebbe ad evitargli danni, ma il fuoco viene misteriosamente deflesso. Heens Hoolt rotea la spada, calando un terribile fendente sul grugno di una bestia, mostrando all’anulare della mano destra un anello che riluce di un rosso vivo.
Mentre il gruppo si sbarazza delle due fiere, Vince raggiunge una svolta del corridoio, dove si ferma, indeciso se proseguire da solo o meno. Dopo un paio di passi uno sbuffo proveniente dal buio dinnanzi a sé gli fa cambiare idea, e il ladro si riunisce ai compagni. Dopo un rapido conciliabolo i sette eroi decidono di muoversi rapidamente in avanti, nella speranza di annientare chiunque gli abbia preparato quella trappola.
Girato l’angolo odono chiaramente un rumore di passi pesanti che si allontanano in fretta, seguito dallo sbattere di una porta: nell’inferno di continue svolte, corridoi tutti uguali, porte chiuse e le ingannevoli ombre provocate dalle tremolanti luci delle torce, gli avvunterieri si lanciano all’inseguimento del misterioso avversario. Vinc, che è il più veloce ed agile, è davanti, invisibile, e segnala, urlando, ogni svolta compiuta ai compagni, in modo da non perdersi; l’ultima porta gli si chiude ad una decina di metri di distanza, sul lato destro del corridoio che ha appena imboccato. Il ladro richiama i compagni, apre l’uscio e cerca di scivolare dall’altra parte dell’apertura: un dardo di balestra lo ferisce al fianco, squarciando il prezioso giustacuore ricamato proveniente dal Principato di Glantri. Il ladro non ha tempo di pensare al dolore che una figura salta fuori dall’uscio, proprio nel momento in cui i restanti sei combattenti, trafelati, svoltano l’angolo, mettendo a fuoco l’imponente massa di un Minotauro. La bestia, commettendo un grave errore, decide di ignorare Vincent e di affrontare il gruppo. La sua massiccia ascia fende l’aria con un minaccioso sibilo, ma è la spada del ladro che, in silenzio, gli recide il tendine popliteo, facendolo crollare su un ginocchio, esponendolo ai colpi di Logen e di Ultimate Warrior: nulla può la forza taurina contro la voglia di vendetta di un vanitoso dandy vistosi privato di un prezioso capo di abbigliamento.
Tirato il fiato e controllato il cadavere del mostro, il gruppo prosegue, fino a giungere in una caverna di origine naturale: un piccolo lago popolato di pesci bianchi ed una macchia di funghi giganteschi sembrano essere le uniche cose degne di nota; un sentiero costeggia il lago, inerpicandosi su una piccola cengia che conduce all’uscita.
Facendo attenzione al pavimento umido e viscido, il gruppo si avvia lungo il sentiero.
Stanchi ma determinati, gli avventurieri si infilano nell’ennesimo corridoio buio, con Vince, reso invisibile dal suo anello magico, in silenziosa avanscoperta.
La temperatura sale man mano che il passaggio si addentra nel ventre della terra, e le pareti sono calde al tatto.
Il silenzio fatto di respiri e tintinni metallici viene squarciato improvvisamente da latrati e ringhi: due mastini infernali, scivolando fuori da due pannelli laterali, sorprendono il gruppo alle spalle. Vince si maledice per non essersi accorto dei passaggi segreti e, temendo che ce ne possano essere altri più avanti, abbandona alla lotta i compagni, tastando freneticamente, ora e destra e ora a sinistra, le pareti del corridoio.
Heens Hoolt, urlando ai compagni di fargli largo, si porta in prima fila: fa appena in tempo a piazzarsi davanti alle belve che una fiammata delle demoniache fauci lo investe. L’elfo si ripara, avvolgendosi istintivamente nel mantello, gesto che, normalmente, non servirebbe ad evitargli danni, ma il fuoco viene misteriosamente deflesso. Heens Hoolt rotea la spada, calando un terribile fendente sul grugno di una bestia, mostrando all’anulare della mano destra un anello che riluce di un rosso vivo.
Mentre il gruppo si sbarazza delle due fiere, Vince raggiunge una svolta del corridoio, dove si ferma, indeciso se proseguire da solo o meno. Dopo un paio di passi uno sbuffo proveniente dal buio dinnanzi a sé gli fa cambiare idea, e il ladro si riunisce ai compagni. Dopo un rapido conciliabolo i sette eroi decidono di muoversi rapidamente in avanti, nella speranza di annientare chiunque gli abbia preparato quella trappola.
Girato l’angolo odono chiaramente un rumore di passi pesanti che si allontanano in fretta, seguito dallo sbattere di una porta: nell’inferno di continue svolte, corridoi tutti uguali, porte chiuse e le ingannevoli ombre provocate dalle tremolanti luci delle torce, gli avvunterieri si lanciano all’inseguimento del misterioso avversario. Vinc, che è il più veloce ed agile, è davanti, invisibile, e segnala, urlando, ogni svolta compiuta ai compagni, in modo da non perdersi; l’ultima porta gli si chiude ad una decina di metri di distanza, sul lato destro del corridoio che ha appena imboccato. Il ladro richiama i compagni, apre l’uscio e cerca di scivolare dall’altra parte dell’apertura: un dardo di balestra lo ferisce al fianco, squarciando il prezioso giustacuore ricamato proveniente dal Principato di Glantri. Il ladro non ha tempo di pensare al dolore che una figura salta fuori dall’uscio, proprio nel momento in cui i restanti sei combattenti, trafelati, svoltano l’angolo, mettendo a fuoco l’imponente massa di un Minotauro. La bestia, commettendo un grave errore, decide di ignorare Vincent e di affrontare il gruppo. La sua massiccia ascia fende l’aria con un minaccioso sibilo, ma è la spada del ladro che, in silenzio, gli recide il tendine popliteo, facendolo crollare su un ginocchio, esponendolo ai colpi di Logen e di Ultimate Warrior: nulla può la forza taurina contro la voglia di vendetta di un vanitoso dandy vistosi privato di un prezioso capo di abbigliamento.
Tirato il fiato e controllato il cadavere del mostro, il gruppo prosegue, fino a giungere in una caverna di origine naturale: un piccolo lago popolato di pesci bianchi ed una macchia di funghi giganteschi sembrano essere le uniche cose degne di nota; un sentiero costeggia il lago, inerpicandosi su una piccola cengia che conduce all’uscita.
Facendo attenzione al pavimento umido e viscido, il gruppo si avvia lungo il sentiero.
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