lunedì 17 marzo 2014

La resa dei conti

Il periodo di riposo trascorre senza turbamenti, e i personaggi si organizzano per continuare l’esplorazione: Vince è, come sempre, invisibile, una decina di metri davanti al gruppo. La cengia, ormai sgombra, conduce ad un altro corridoio, al fondo del quale il ladro scorge una luce. Pur essendo celato alla vista grazie alle proprietà magiche dell’anello che indossa, Vince scivola con cautela fino all’ingresso, fermandosi stupito: al centro di una grande sala nove scranni, disposti a semicerchio, ospitano, nei posti dispari, cinque personaggi che sembrano essere in attesa di qualcosa o qualcuno. Sulla destra una scala a chiocciola porta al piano superiore. Il rumore del resto del gruppo viene coperto per un momento dal clangore di una grata che chiude il corridoio dal quale il gruppo è giunto: per un momento gli avventurieri si fermano, scambiandosi sguardi nervosi e interrogativi. Poi procedono, fino all’ingresso della sala.


 I signori dell'Anello d'acciaio

Il personaggio seduto al centro del semicerchio di scranni è vestito come un pirata e, con un agile inchino, saluta, dando il benvenuto al gruppo. Alla sua destra siede un personaggio che Vince, Nulbo e Ultimate riconoscono essere Bargle, il famigerato mago, mentre alla sinistra gli siede un chierico, protetto da una corazza di piastre intera. Agli estremi si trovano un uomo dal capo rasato, con indosso vesti colorate e leggere, e una figura misteriosa, il cui abbigliamento sembra voler essere volutamente scelto per non dare nell’occhio.
«Benvenuti, vi stavamo aspettando!» Il timbro della voce del pirata è profonda, mentre Bargle, accarezzando una sfera di cristallo, sorride, visibilmente soddisfatto. 
Quello che sembra essere il capo dello strano gruppo prosegue: «Vi abbiamo seguito passo a passo durante le perigliose vicende che vi hanno condotto fino qui. E devo dire che siete stati delle spine nel fianco, superiori a qualunque sfida e minaccia sia stata posta sul vostro cammino. Devo ammettere, signori, che nutriamo una sincera stima per le vostre capacità…»
Ultimate Warrior, forse preso dall’emozione del momento, interrompe il discorso, puntando un dito verso il mago: «Tu… Tu sei Bargle l’Infame, il mago che…»
Il guerriero non riesce a proseguire che, sparito il sorriso dal volto dell’incantatore, questi protende una mano verso Ultimate, quasi fosse un artiglio, e rilascia dalle dita cinque dardi rossi di energia che si conficcano in pieno petto del guerriero, che si accascia su un ginocchio, gemendo.
Le mani corrono immediatamente alle armi, ma il pirata riprende il controllo della situazione: «Signori, calma… Il mio compagno non gradisce essere insultato, ma ciò non cambia il motivo per cui abbiamo voluto incontrarvi invece di uccidervi: ci fareste più comodo a libro paga che sottoterra.»
Vince, con i sudori freddi per il sospetto di essere visibile al mago nonostante l’anello, indossa l’Elmo di Teletrasporto e sfodera in silenzio la spada del Minotauro, che gli consente di vedere l’invisibile; nella speranza che la trattativa duri più a lungo possibile, incomincia una manovra di aggiramento, volta a portarlo alle spalle di Bargle, nel quale individua il nemico più pericoloso dell’eterogeneo gruppo.
Logen dà sfoggio della sua arte oratoria e della capacità di mercanteggiare, e tiene testa al pirata, prendendo tempo: «Tutto ha un prezzo, come credo ben sappiate, signori. Inoltre non sono avvezzo a trattare con chi non ha nemmeno la cortesia di presentarsi…»
Il pirata sorride, ma compiace la richiesta del mercante di Selenica, dileggiandolo: «Mi chiamo Feetla, messere… E qui abbiamo Mordramm, Fratello Milleroju, l’agente Nerelas… In quanto al mago, pare voi vi conosciate già…»
«Non ci interessa trattare con voi!» Nulbo, affiancato da Heens Hoolt, fa un passo avanti: «Avete un giorno per lasciare la baronia e salvarvi la vita, dopodiché non risponderemo delle nostre azioni!»
Feetla scoppia a ridere, ma la mano corre ad impugnare l’elsa della sciabola e, un attimo dopo, il pirata si lancia verso l’halfling.
La zingara non aspettava altro: ha ripassato in testa per tutto il tempo del discorso formule arcane e ora, con un gesto e una parola, libera l’energia magica trattenuta. Una sfera di fuoco grossa come un pugno si fionda verso gli scranni, poi le fiamme e il boato di una palla di fuoco riempiono la stanza.

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