mercoledì 26 ottobre 2011

La corte di Darga the Hutt

Seduti stretti su un Air Speeder, con il "Womp Rat" Warrick Raden alla guida minacciato alle costole dalla baionetta di Kermit, in qualche decina di minuti raggiungiamo il palazzo di Darga. In mezzo ad altri palazzi in rovina, questo svetta solido e possente, quasi una fortezza. Warrick sotto la costante minaccia dello spesso Trandoshano si avvicina al portone di metallo e con due pugni annuncia la sua presenza. Si apre uno spioncino e due occhi rossi ci scrutano. “Sono Raden, annunciatemi a Darga. Porto con me dei visitatori.” dice il neimiodiano un po' timoroso. La risposta è incomprensibile, in qualche altra lingua, probabilmente huttese. Con un improvviso clangore il portone metallico si apre verso l'alto quel tanto che basta per farci entrare in una sala mezza buia. “Seguitemi” dice Warrick, che inizia a sudare freddo. Attraversiamo alcuni corridoi e stanze buie e deserte fino ad arrivare nella sala principale illuminata. E' un grande salone di ricevimento, opulento ma disgustoso allo stesso tempo. Una leggera coltre di fumo generata da diversi bracieri accesi e un discreto tanfo riempiono l'aria, le pareti sono decorate da arazzi e immagini ormai rovinati. Il brusio di fondo è generato da diversi astanti: un gruppetto di Quarren in una nicchia in penombra confabulano minacciosi, diversi neimodiani gozzovigliano tra i tavoli, qualche rodiano si diverte ad osservare i movimenti sinuosi di belle danzatrici twilek. Al fondo della sala, su un grosso lettino a reazione, gozzoviglia e chiacchera con i suoi lacchè il grosso Hutt Darga. Non appena entriamo nel mezzo della sala il brusio cala e il padrone di casa volge l'attenzione dei suoi grossi occhi su di noi. Pronuncia una frase in huttese mentre fa strisciare sulle labbra la sua bavosa lingua. Raden si getta ai suoi piedi e farfuglia frasi sconnesse. Eddie fa un passo avanti e risponde nella stessa lingua di Darga. Lo guardiamo un po' sorpresi: questa canaglia non smette di stupirci. Anche se di certo conoscere la lingua degli Hutt significa che ha frequentato posti non prorpio raccomandabili. Le parole di Eddie sembrano fare effetto perchè il grosso Hutt inizia ad apparire un po' divertito e manda a chiamare il suo droide protocollare. “Gli ho spiegato che abbiamo sconfitto gli scagnozzi di Raden, ma che cercavamo solo un possente mecenate al cui servizio lavorare e offrire le nostre capacità.” ci spiega la canaglia, “Questi Hutt bisogna prenderli dal verso giusto, qualche inchino e moina e si gonfiano come palloni.” conclude sussurrando. Darga riprende a parlare e il droide traduce: “il Padrone vi offre la possibilità di rimanere alla sua corte e di servirlo. Potrete prender parte ai banchetti e alloggio nelle vostre stanze.” Nel frattempo con un gesto della mano l'Hutt ordina a due Gamorreani di portar via Warrick, ormai inerme. Stare in questo posto mi mette decisamente a disagio, ma cerco di non farlo vedere. Il fumo, il trambusto e il fingere sul vero motivo della nostra presenza rendono più difficile concentrarmi sul mio legame con la Forza. Oltretutto devo tenere ben nascosta la mia spada laser per evitare che all'Hutt venga l'idea di riscuotere la grossa taglia che l'Imperatore ha messo sulla testa di ogni Jedi. I miei compagni invece paiono piuttosto a loro agio, solo Eddie si tiene un po' in disparte, ma non perde comunque occasione per gozzovigliare al banchetto.
Quando Darga si ritira nelle sue stanze raggiungiamo anche noi le nostre. Abbiamo una piccola stanza spoglia a testa. Cerco di approfittare del silenzio per entrare in trance con la Forza, ma di colpo dalla stanza accanto inizia a provenire musica ad alto volume. Esco e nel corridoio trovo Eddie, anche lui disturbato dalla musica. Abbastanza indispettito, la canaglia bussa violentemente alla porta. Un duros dalla pelle piuttosto raggrinzita ci apre e ci fissa con sguardo interrogativo. Chiariamo immediatamente l'equivoco e il duros abbassa la musica (musica classica durosiana afferma!) e si mostra decisamente affabile. “Salve stranieri, mi chiamo Gome e sono il contabile di Darga.” io ed Eddie ci scambiamo una veloce occhiata d'intesa. Che colpo di fortuna! Il contabile sembra anche essere un gran chiacchierone; continua a parlarci mentre mette in ordine la sua stanza e ritira un gran numero di datapad e altri documenti in una cassaforte, ma su una scrivania scorgiamo ancora altri datapad. Mi fingo particolarmente interessato ai suoi discorsi sulle sue esperienze e le sue mogli e ad un cenno di Eddie lo fisso negli occhi e con rapido gesto convinco la sua mente di voler venire nella mia stanza. “Verrò nella tua stanza” sussurra Gome. Per innumerevoli minuti mi tocca sentire le divagazioni del povero duros, che a quanto pare ha poche occasioni per parlare con qualcuno. Spero almeno che Eddie combini qualcosa. Quando congedo Gome, la canaglia è già nella sua stanza. “Ho copiato tutti i dati dei datapad che c'erano fuori sulla scrivania, ma sono criptati e in durese. Ma c'è una cassaforte, forse le prove che ci servono sono lì.” dice Eddie. Anche Tzek, che ha dimestichezza con la lingua dei Duros, da un occhiata ai dati: “sono dati contabili, ma ci vorrà molto tempo per capirne il significato.” E' già qualcosa, penso con cauto ottimismo. Con l'idea di approfondire la ricerca su questi dati il giorno successivo, ci ritiriamo ciascuno nella sua stanza per la notte.

3 commenti:

  1. Bravoo hippie che hai aggiornato, molto figo. Pero` non hai messo la foto del party, provvedi con un altro mini post?
    Grazie

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  2. uh, mi ero dimeniticato!
    La metto a fine capitolo, come intermezzo.
    Dovrebbe mancare poco. :D

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  3. e il bello (soprattutto per Nulbo) deve ancora venire ;)

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