sabato 27 agosto 2011

Missione su Felucia

Felucia è un pianeta brulicante di forme di vita fungose e immense piante primitive. Gran parte del pianeta è un paesaggio umido e fetido e invaso da bizzarre foreste selvagge. Gran parte delle forme di vita su Felucia sono parzialmente o completamente traslucide, esse danno colore alla luce del sole mentre i suoi fasci penetrano la loro pelle. Al di sotto del confuso fogliame delle enormi piante carnivore e della vegetazione ricca di foglie, si trova un paesaggio surreale trasudante di colori.
Il computer di bordo ci fornisce queste poche informazioni. E' decisamente un pianeta strano, sicuramente poco ospitale. Nulbo e Tzek però sono sicuri del fatto loro e della loro esperienza come esploratori. Io invece ho un po' di apprensione nel poggiare i piedi sul pianeta che è tomba della mia Maestra Ayala Secura, freddata a morte dagli imperiali all'ordine 66. Ancora una volta credo sia la Forza, con i suoi innumerevoli fili, a spingere me e i miei compagni fin qua.
Eddie spegne il monitor e ci prepariamo all'uscita dall'iperspazio.
Uno Star Destroyer imperiale si staglia di fronte a noi. "Questo non ci voleva. Tutti ai propri posti! Preparatevi a ballare!" esclama a voce alta e ferma Sirona Okif. La nave imperiale ci intima l'alt, ma noi non siamo certo dell'idea di ubbidire. Ci siamo appena sistemati sui sedili quando lo Star Destroyer inizia a far fuoco. Il capitano ci mostra tutta la sua abilità, fa manovre evasive con la sua piccola nave, la "Banshee". Il mio stomaco non è molto felice, non ho mai apprezzato molto le astronavi! Nulbo a fianco a me sembra invece elettrizzato e con i suoi occhioni cerca di colgiere ogni azione e manovra di Sirona.
Riusciamo a superare lo sbarramento, ma il fuoco della nave ammiraglia imperiale ci colpisce ripetutamente. "Perdiamo energia! Dobbiamo atterrare!" tuona Sirona. Ad alta velocità piombiamo nell'atmosfera del pianeta; almeno ci siamo lasciati dietro lo Star Destroyer!
L'impatto al suolo e un po' brusco, ma per l'abilità del capitano e del suo equipaggio e un pizzico di fortuna, siamo tutti incolumi e perfino la nave non ha gravi danni. Però siamo più distanti del previsto dalla prigione imperiale. Controllando le coordinate ci sono almeno 2 giorni di viaggio nel territorio inesplorato di Felucia. Per fortuna che abbiamo due esperti scout, Nulbo e Tzek.
La nave ha bisogno di alcune riparazioni e Kermit rimane con l'equipaggio per garantire la dovuta sicurezza, mentre noi partiamo all'interno del particolare sottobosco del pianeta.Il terreno è melmoso, la luce è molto scarsa perchè enormi funghi coprono tutto il sottobosco e rendono l'atmosfera particolarmente umida. Singolari piante variopinte, blu, verdi e arancioni crescono alla base dei funghi. "Almeno siamo abbastanza nascosti dalle navi imperiali!" riflette Tzek ad alta voce. Farsi largo nella vegetazione feluciana non è facile. Tzek e Nulbo si alternano alla guida del gruppo e procediamo apparentemente verso la direzione corretta.
Le insidie del pianeta non tardano a farsi vedere ed è Eddie a sperimentarle: in un primo caso passando vicino ad uno strano fungo ne subisce l'improvvisa esplosione. Esaminandolo dopo Tzek parla di spore elettriche e la faccia di Eddie inizia a farsi preoccupata. Poche ore dopo l'umano mette il piede in una pozza di sostanza verdastra che scopriamo essere corrosiva, un'acido naturale, che per fortuna corrode appena le calzature di Eddie. Però tutti sappiamo che la canaglia ci tiene molto al suo abbigliamento: "Odio questo pianeta!" esclama furioso.
Sono ormai diverse ore che procediamo ed inizio a sentire un certo affaticamento alle gambe. Da qualche minuto procediamo in una zona paludosa e l'acqua melmosa ci arriva alla vita. Guardo i visi affaticati dei miei compagni, ma all'improvviso percepisco qualcosa che non va. Non sono l'unico, perchè anche Tzek ed Eddie si fermano.
C'è qualcuno che si avvicina, ma non vediamo niente. Tzek si gira per parlarci, ma subito un essere umanoide sbuca fuori dall'acqua alle sue spalle e lo colpisce a mani nude. Questi esseri, credo la popolazione indigena, hanno un aspetto adatto a muoversi silenziosamente e nascondersi in questo terreno paludoso e colpiscono con delle mani a forma di ventosa!
Sentiamo altri feluciani avvicinarsi nella palude davanti a noi. Eddie interviene in aiuto di Tzek colpendo l'indigeno e lo stesso Quarren gli vibra un violento colpo che lo mette a terra. Nulbo imbraccia la Vecchia Betsee e apre il fuoco su quelli in avvicinamento, ma la loro abilità nel nascondersi rende vani i suoi colpi. Loro sono in vantaggio perchè sanno come muoversi nell'acqua, mentre i nostri movimenti sono limitati. Decido allora di spostarmi su una zona di terreno scoperto un po' rialzato, accendo la spada laser e invito gli altri a seguirmi. Un feluciano mi vede e da lontano stende la mano verso di me. Un colpo mi scuote il petto e la consapevolezza si accende nella mia testa: "Sono usufruitori della Forza!" E l'ha appena usata contro di me, in questa forma sconosciuta ed arcaica, che faccio fatica a riconoscere. I miei compagni intensificano il fuoco e i feluciani non sanno se avanzare, quando di colpo appare una luce alle loro spalle ed una voce urla: "Fermi! Cessate il fuoco! Non c'è bisogno di continuare!". Dopo qualche attimo di attesa, gli indigeni indietreggiano e scompaiono alla nostra vista. Abbassiamo le armi e la figura ci si fa incontro. E' un umano. Dice di chiamarsi Vazus Mandrake e di essere un reduce della guerra dei cloni. "C'è stato un malintenso. I feluciani vi hanno scambiati per agenti imperiali e cercavano di difendere il loro territorio". Risolto il quiproquo Mandrake ci chiede di seguirlo all'accampamento degli indigeni. Durante il tragitto ci racconta la sua storia e del suo "esilio" volontario su Felucia, come sia riuscito a farsi accettare e convivere con gli abitanti del pianeta. Il suo racconto è sincero e quest'uomo m'incuriosisce, ma provo più meraviglia per gli stessi feluciani.

Al nostro arrivo al villaggio i feluciani ci accolgono un po' con sospetto, ma la presenza di Mandrake sembra essere per loro un'assicurazione. E Nulbo estrae la sorpresa dal cilindro; si avvicina ad un feluciano, che lo guarda un po' intimorito, e con un sorriso gli regala il casco di un soldato imperiale trafugato al Molo Blu. Il gesto va oltre le nostre aspettative, dev'essere più importante di quanto crediamo, perchè ora gli indigeni si avvicinano e iniziano a salutarci! "Bel colpo piccoletto!" sussurra Eddie al sullustiano. "Il capo sciamano vorrebbe ricevervi. Per di qua." Seguiamo Mandrake verso una struttura più grande delle altre.
Il capo sciamano ci accoglie e con un basic un po' elementare ma sufficiente a farsi capire, ci chiede il motivo della nostra presenza. Sento scorrere in lui la Forza, con più vivacità ripetto ai nativi. Spieghiamo in poche parole la nostra missione, sapendo di poterci fidare. Potremo restare a riposare questa notte e poi partire, concede il capo sciamano.
"Avete già un piano?" chiede Mandrake. Non nascondiamo le nostre perplessità e difficoltà, allora l'umano aggiunge "Se per voi va bene, vi aiuterò dicendovi quello che so, a patto che sistemiate per me alcune cariche esplosive alla base imperiale. Gli imperiali sono un problema anche per noi, ed è ora di liberarcene." Acconsentiamo senza troppi discorsi.
Mentre facciamo per uscire lo sciamano aggiunge: "Ah. Dimenticato. Mandato esploratori a nave. Kermit viene qui per dare mano voi, avete bisogno ogni aiuto! Solo qualche ora il cammino per chi conoscere sentieri di Felucia!" e infine chiede di poter rimanere solo con me. I miei compagni escono e si sistemano nel villaggio. Eddie scopre che alcuni bambini feluciani giacciono malati in una sorta di capanna-ospedale, ma capisce che con qualche medi-pac e cure di base si può ristabilire la loro salute. Tzek, Nulbo ed Eddie si danno il cambio per tutta la notte al capezzale di questi piccoli feluciani e al mattino gran parte di loro si sta ristabilendo, con sollevamento e ringraziamenti di tutti i nativi!
Nel frattempo il capo sciamano, avendo riconosciuto in me un usufruitore della Forza, mi chiede gentilmente di meditare con lui. Non posso che acconsentire, perchè la curiosità è molta. Durante la notte ci scambiamo racconti, esperienze e insegnamenti. Poi iniziamo a meditare insieme. In tutto questo tempo mi spiega anche come i feluciani riescono ad utilizzare la Forza e posso apprendere, grazie ai suoi insegnamenti, come fare a generare quel "proiettile" che mi ha attaccato nella palude. Non è poi così diverso dalle tecniche che già ho appreso nel mio addestramento Jedi. Quest'incontro è stato importante per entrambi!
Nella notte torna anche Kermit e il mattino ci ritorviamo con lo sciamano e Mandrake per discutere alcuni particolari della missione.

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