venerdì 3 giugno 2011

Alla ricerca del Santuario

Fra cassius e Winston si recano nuovamente in città per acquistare biada e vestiti comuni per tutti. Nei pressi del mercato notano un altarino dedicata al Santo, in cui una statua raffigura un uomo che gli ricorda molto quello visto nello specchio al santuario degli uomini scorpione, nel deserto.
Il gruppo riparte e, incrociati alcuni contadini, viene a sapere che probabilmente il Santuario Carro si trova oltre la Foresta Oscura, e che a tre giorni di viaggio in direzione nord-ovest sorge la città di Pagden. Nel corso del viaggio incrociano anche dei tizi con delle maschere di pelle nera, che si informano sulla meta e sulle merci trasportate sul carro: la copertura di essere in viaggio verso il mercato di Pagden per vendere biada regge alla grande e il viaggio prosegue tranquillamente.

Il giorno successivo il gruppo incontra il mercante Ambrogio, da cui acquista un paio di abiti da contadino ed un cappello di paglia. Ottiene anche il contatto con Fogar, un rivenditore di Ambrogio che opera in città. Il viaggio prosegue per altri due giorni senza incontri, fino a che il 5 di Felmont il carro si ferma fuori dalla città di Pagden, accarezzata da un ampio fiume.
Il mattino successivo Vincent, Fra Cassius, Zars e Thurin (sempre invisibile grazie all'anello) si recano in città, mentre gli altri aspettano al carro. L'obiettivo è quello di trovare Fogar, farselo amico comprando qualcosa al suo banco, invitarlo a bere per ubriacarlo ed estorcergli le informazioni sul Santuario Carro.
Vince conduce la trattativa e compra un cappello dalla tesa non troppo larga, a punta tronca e con una fibbia d'argento (stile Inquisitore), adorno di una piuma di Cockatrice delle Montagne Nere di colore azzurro/blu quasi metallizzato, di cui, conoscendolo, andrà fiero da qui fino alla fine della campagna. Strappa il tutto a 40 monete d'oro, più l'invito per una cena e una bevuta fra uomini di affari alla taverna dell'Halfling Flatulento, una delle migliori della città.
La sera Fogar viene accompagnato da Francis, un suo servo, che cenerà insieme a Zars e Fra Cassius, mentre Thurin cerca di raccogliere informazioni utili dalle chiacchiere della gente fuori dalla locanda. Ed è Zars a fare subito una gaffe, chiedendo di giocare a carte, cosa che nel Reame di Hule è risaputo essere fuori legge. Fra Cassius recupera la situazione, fingendosi pazzo (nel pomeriggio Vince aveva confessato la cosa a Fogar, raccontandogli che il poveretto crede che la pala che si porta sempre appresso sia nientemeno che la sua ragazza!).
Vince intanto raccoglie informazioni dal mercante sul Reame di Hule. La società è organizzata in una sorta di teocrazia a caste: il Santo sta in cima alla piramide, seguito dagli Eremiti, dai Divinatori (i tizi con le maschere di pelle nera che si occuppano di indire i tribunali per giudicare che cosa sia da considerarsi vietato e punibile per legge e cosa no), dai Profeti (chierici di alto livello) e dal normale clero (i chierici con le tuniche rosse già incontrati dagli avventurieri). Se un crimine è perpetrato per un giustificabile volere divino, non è considerato reato. I fedeli di altre religioni, i maghi e i semi umani sono condannati immediatamente, mentre gli umanoidi sono malvisti ma tollerati, seppur emarginati.
Vince racconta di aver perso da poco la moglie e di voler per questo motivo rafforzare la fede nel Santo compiendo un pellegrinaggio al Santuario. Fogar gli confessa che solo i Profeti, o i più illuminati, possono sperare di entrare nel Grande Reame, che resta oltre il lago di Tross, dopo la Foresta Oscura.
La serata si chiude in maniera positiva, Francis è ubriaco e dimenticherà il fatto che Zars gli abbia chiesto chi o che cosa siano i Divinatori.
Vince corrompe le guardie alla porta della città per poter uscire di notte e tornare al carro. Thurin, ancora invisibile, sgambetta Fra Cassius per impossessarsi del barile di birra buona comprato alla taverna dell'Halfling Flatulento.

Il mattino seguente i soliti personaggi tornano in città per sbrigare alcune faccende. Anche a Pagden c'è un piccolo santuario dedicato al Santo, e Fra Cassius vi si sofferma per leggerne la storia riportata su alcuni pannelli votivi. Il Santo pare chiamarsi Osadus ed essere nato 400 anni prima. Diverse tavole lo raffigurano insieme a presenze demoniache. Thurin piantona (sempre invisibile) il tempio vero e proprio, senza risultato alcuno: nessuno entra, nessuno esce. Vince si reca alle banchine per capire quali città colleghi il fiume e se valga la pena proseguire il viaggio su di una chiatta.
Il gruppo dovrà decidere se abbandonare il carro per muoversi più velocemente, e se farlo navigando o comprando cavalli da galoppo.

Ma come hanno passato il tempo i personaggi rimasti al carro per due giorni?
Moebius, sensibile ai lamenti di Fra Cassius per aver terminato l'incenso utilizzato durante i suoi riti mattutini (fa sempre l'ultimo turno di guardia in modo da poter salutare il nuovo giorno con preghiere e fumi fastidiosamente odorosi, sopratutto a dire del nano Thurin) raccoglie diverse erbe che possano fare al caso suo.
Gwildor addestra la capretta acquistata nella precedente città, che ubbidisce già a due comandi: si mette seduta e si alza sulle zampe posteriori.
Winston si rilassa, aiutando ora l'elfo, ora l'halfling e ghignandosela di gusto quando Thurin scopre le cacche della capretta che Gwildor gli nasconde in tasca, visto che il nano non vede l'ora di mangiare l'appetitoso ruminante!

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