mercoledì 23 novembre 2011

Salvataggio

La voce si fa sempre più nitida nella mia testa mentre scendiamo con il turboascensore ai livelli più bassi del palazzo di Darga. "Aiutami!" continua a ripetere.

Le porte del turboascensore si aprono su un corridoio particolarmente fetido e sporco. Siamo nei sotterranei del palazzo: nella semioscurità distinguiamo solo immondizia, muffa, infiltrazioni e tubi rotti. Sulla sinistra una scalinata con una doppia porta sembra possa condurre al piano superiore verso la zona di guardia. "E' bloccata" conferma Nulbo dopo un rapido controllo. Il silenzio, rotto solo dallo sgocciolio delle infiltrazioni regna sovrano. Accendo la spada laser e il verde bagliore della lama si riflette sui muri sporchi.
Avanziamo e il corridoio porta in un grosso stanzone con alcune porte malmesse, al fianco del quale c'è un visore digitale. Sulla destra si distingue una porta di dimensioni maggiori. "Noi copriamo il corridoio" propone Eddie rivolgendosi a Nulbo. Tzek e Kermit si portano alle celle. Li seguo, con in testa la voce sempre più chiara e nitida. Secondo tutte le previsioni le due porte sulla sinistra risultano essere delle celle. In una giace privo di vita un gamorreano, mentre nell'altra c'è un servitore neimoidiano. Tzek decide di aprire con la datacard la cella e interrogare il prigioniero, ma il servitore è allo stremo delle forze e non ci è di nessuna utilità. "Per il momento stai lì!" gli ordina il Quarren.
Dall'altro lato l'unica porta piccola è malfunzionante e dentro si scorge tutto crollato.
Solo quando la datacard scorre nella serratura elettronica della grossa porta sul lato sud e la apre, subito capiamo tutti l'origine della voce. In una stanza semibuia più grossa delle altre celle, su un lettino giace senza coscienza il corpo di un'umana anziana. La donna è collegata ad un macchinario tramite alcuni fili e ad una mascherina. "La tengono in uno stato di coma indotto" comprende subito Kermit. "Puoi provare a staccare il macchinario?" gli chiedo. Prima della risposta noto la foggia dei suoi abiti. Sono di chiara fattura Jedi. "E' una Jedi!". I miei compagni rimangono stupiti quanto me. Tutto è più chiaro ora, la voce, il perché sia tenuta prigioniera e sedata. Kermit si avvicina al macchinario. "Aspetta!" lo fermo "Potrebbe esserci un sistema d'allarme!". Il volto di Eddie si illumina di stupore: "Oppure il sistema d'allarme c'è all'apertura delle porte!!!" strilla, "Dobbiamo andar via di qui subito!"
Kermit riesce a disattivare il macchinario. In pochi minuti la donna inizia a riprendere conoscenza. "Non abbiamo molto tempo per i convenevoli." la accolgo nel suo risveglio "Sono Revan Kenevar, un Padawan Jedi." La donna sembra piuttosto stordita, ma riesce a parlare. "Io sono Maestra Denia", i miei occhi si spalancano...una Maestra Jedi!..."come mai il Consiglio dei Jedi ha lasciato venire un Padawan da solo fin qui?" mi chiede.
La mia faccia si rabbuia. Denia deve esser rimasta in questo stato incosciente per molto tempo. "Maestra, l'Ordine dei Jedi non esiste più. Il lato Oscuro ha steso la sua ombra su tutta la Galassia, sono tempi bui." Lo sguardo di Denia sembra farsi più lontano.
"Non c'è tempo da perdere!" interrompe Eddie "Andiamo via, proseguirete i vostri discorsi mistici più tardi!".

Con l'aiuto di Tzek do una mano a Denia per sostenersi, è ancora debole. Nel frattempo Eddie, Kermit e Nulbo avanzano nel corridoio. “Il turboascensore è bloccato!” scopre Nulbo. All'improvviso un pannello si apre sul lato nord del corridoio. Il sullustano è il primo ad accorgersene e in una mossa fulminea si mette davanti al passaggio e spara. Dal passaggio nel muro spuntano cinque guardie gamorreane con grandi vibroasce. Il primo, ferito si scaglia su Nulbo, gli altri ingaggiano Eddie e Kermit, mentre uno si dirige verso di noi. Dietro di loro compaiono anche altri due carcerieri, sempre gamorreani, armati di bastoni stordenti che colpiscono forte Nulbo.Sotto i colpi precisi di Tzek e il mio fendente il gamorreano che ci viene incontro viene abbattuto. “Rimani qui!” dico a Denia, mentre mi scaglio nel corridoio, per aiutare i miei compagni in evidente difficoltà; soprattutto Nulbo, accerchiato, cerca di resistere schivando i colpi dei bastoni stordenti, ma anche Eddie e Kermit hanno ferite visibili. Di colpo anche Denia appare al fondo del corridoio e la vedo sforzarsi nel servirsi delle sue abilità Jedi. Una guardia sembra essere affaticata e rallentare i propri movimenti! I rumori ripetuti dei miei fendenti di spada laser riempiono l'aria, Tzek non perde un colpo e alla lunga la formidabile forza di Kermit ha il sopravvento sulla resistenza dei gamorreani. Seppur feriti e stanchi, riusciamo ad avere la meglio. Abbiamo poco tempo per curare le ferite. Dobbiamo scappare dal palazzo.
Imbocchiamo l'apertura nel muro e il passaggio ci porta verso l'alto. Dopo alcuni minuti scorgiamo l'uscita: sembra essere il salone del palazzo. Ci fermiamo perché c'è qualcuno nel salone. E' Demos che sta parlando con una figura proiettata da un droide. Al solo udire della parola “Inquisitore” capiamo che il tempo stringe.

3 commenti:

  1. Fighissimo, Nulbo ha rischiato grosso, ma ne è valsa la pena, speriamo di riuscire a scappare sani e salvi, o solo salvi, visto che sani non lo siamo già più

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  2. Oh, hippie, ma la foto di gruppo cntinui a dimenticartela????

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