mercoledì 30 novembre 2011
Episodio III - Regina di aria e oscurità
Il viaggio iperspaziale sta per conludersi.
L'Ammiraglio Varth è rimasto favorevolmente impressionato dalla nostra missione su Cato Neimoidia, ma ci ha chiesto di andare in fondo alla faccenda e trovare l'Hutt Darga per metterlo con le spalle al muro. Rimasti sulla Rinascita giusto il tempo di riposarsi, siamo partiti il prima possibile per far rotta verso Bespin.
Seduto sui sedili della Banshee, osservo i miei compagni: il solare Nulbo, l'estroverso Eddie, il roccioso Kermit, il cupo Tzek; ci siamo incontrati quasi per caso su Sel Zonn, ed ora formiamo un audace gruppo che cerca di mettere il bastone tra i granaggi imperiali, ognuno di noi ormai deciso ad andare fino in fondo.Siamo cresciuti tutti nelle nostre capacità. Kermit e Tzek hanno affinato il loro senso del combattimento, l'ingegno e la destrezza di Eddie sembrano sempre maggiori e Nulbo si sta concentrando notevolmente nella sua abilità meccanica, non dimenticando mai di esercitarsi con la sua carabina, la Vecchia Betsee.
Personalmente sento il legame con la Forza accrescersi e perfino la Maestra Denia ha speso parole positive nei miei confronti. Sembra che, malgrado tutto e senza accorgermene, il mio cammino di Padawan stia proseguendo.
Ma più accresce la mia consapevolezza, più ho il presentimento che in tutta questa faccenda ci sia qualcosa dietro che non comprendiamo ancora, qualche pericolo nascosto...
A interrompere i miei pensieri dagli altoparlanti giunge la voce del capitano Sirona Okeefe: "Preparatevi. Stiamo per uscire dall'Iperspazio."
Epilogo Episodio II
Dal passaggio in cui siamo la visuale è poca e la semioscurità copre tutto il salone. Ma i miei sensi Jedi mi dicono che, nonostante il silenzio, non siamo soli. Con un gesto e un sussurro lo comunico ai miei compagni e, pronto ad entrare in azione, impugno la mia spada laser. Il più rapido è Nulbo che sfrecciandomi a fianco si lancia nel salone. Lo seguo con il suono del verde raggio laser che rompe il silenzio.
All'uscita del passaggio nell'ampio salone di Darga tre Gamorreani ci fronteggiano a sinistra. Li colpisco con uno schianto della Forza, ma i loro corpi massicci stanno in piedi. Nel frattempo a destra Demos è protetto da un grosso Trandoshano, con una vistosa armatura che, al fioco bagliore dei 4 bracieri alle estremità della sala, da un aspetto decisamente imperioso al soldato. “Venite ad affrontarmi, inetti! Scommetto con non riuscirete neanche a toccarmi!” è proprio il trandoshano a urlare con i sibili tipici della sua specie. Tzek accoglie la sfida e si lancia nel salone sparando a raffica colpi di blaster sul guerriero. Due grossi gamorreani mi sono addosso, ma con la spada riesco a contrastare il potente colpo di vibroascia. Nello stesso momento un calice che sfreccia nell'aria mi sfiora la tempia. E' Demos, è un usufruitore della Forza! Come non ho fatto ad accorgermene! La frustrazione mi acceca e non mi accorgo del fendente del secondo Gamorreano che mi colpisce al corpo. Sfrutto il fuoco di copertura di Eddie sui due bestioni, per schivare i loro colpi e avvicinarmi a Demos.
Il combattimento infuria. Tzek cerca di evitare i colpi di altri due Gamorreani, mentre il Trandoshano protegge Demos con il suo corpo, urlando ordini e provocazioni nei nostri confronti.
Improvvisamente Demos mi guarda con odio e capisco le sue intenzioni troppo tardi; una violenta onda d'urto colpisce me e Nulbo buttandoci a terra. L'impatto è violentissimo. Stringendo forte la spada laser cerco di rimanere lucido, ma la vista si annebbia e l'oscurità prende il sopravvento...
...“Padawan, non è ora di cedere.” è la voce di Denia che mi raggiunge nel buio. Sento il suo caldo tocco rinfondermi preziose energie. Rialzandomi in piedi mi concentro per liberare la mente e sento la Forza scorrere potente. Intorno a me Eddie e Kermit combattono due Gamorreani, Tzek si divincola dall'assalto di altri due bestioni e ne ferisce uno gravemente. Fronteggio il volto irato di Demos. Un candelabro sfreccia verso di me, ma veloce lo taglio di netto con la spada laser. Con una mano faccio appello alla Forza e schianto con una potente onda d'urto il Twil'ek e il Trandoshano; anche un Gamorreano che mi si faceva incontro viene gettato a terra e quando prova a rialzarsi la mia spada laser lo trafigge. Infine, con una piroetta evito un altro bestione, sfreccio con velocità Jedi verso il trandoshano che sbraita ancora ordini e la verde lama laser compie un perfetto arco che trancia di netto la testa del soldato. La battaglia sembra ormai pendere in nostro favore. Eddie e Tzek colpiscono a morte gli ultimi due Gamorreani e Tzek con i suoi colpi precisi ferisce Demos. Il Twi'lek ferito prova a fermarmi spostandomi addosso un braciere, ma le scintille mi scalfiscono appena. Mentre faccio un passo avanti verso di lui, nella mia testa sento il monito di Denia “Frena la rabbia.”, e fermando il colpo, gli punto la spada laser: “Sei stato sconfitto. Arrenditi.” Il silenzio torna a regnare nel salone.
Il servitore Twi'lek svela con voce rotta dalla rabbia tutto il suo piano contro Darga. Ora sappiamo che l'Hutt è volato su Bespin, alle sue miniere di gas. Mentre io ed Eddie interroghiamo Demos, Kermit si occupa di rimettere in sesto Nulbo, gravemente ferito.
Facendoci guidare del servitore raggiungiamo una rimessa nascosta nel palazzo e prendiamo possesso di un air speeder. “Uccidiamolo!” decide Tzek, con Kermit che annuisce. “Non c'è ne bisogno.” Controbatto con l'appoggio di Denia e Nulbo. Colpisco con un fendente stordente Demos, che cade a terra privo di sensi. “Quando arriverà l'Inquisitore probabilmente avrà una sorte peggiore.” sentenzio, balzando sul veicolo.
Con lo speeder raggiungiamo rapidi la Banshee e lasciamo il più velocemente possibile le macerie di Cato Neimoidia.
mercoledì 23 novembre 2011
Salvataggio
Le porte del turboascensore si aprono su un corridoio particolarmente fetido e sporco. Siamo nei sotterranei del palazzo: nella semioscurità distinguiamo solo immondizia, muffa, infiltrazioni e tubi rotti. Sulla sinistra una scalinata con una doppia porta sembra possa condurre al piano superiore verso la zona di guardia. "E' bloccata" conferma Nulbo dopo un rapido controllo. Il silenzio, rotto solo dallo sgocciolio delle infiltrazioni regna sovrano. Accendo la spada laser e il verde bagliore della lama si riflette sui muri sporchi.
Avanziamo e il corridoio porta in un grosso stanzone con alcune porte malmesse, al fianco del quale c'è un visore digitale. Sulla destra si distingue una porta di dimensioni maggiori. "Noi copriamo il corridoio" propone Eddie rivolgendosi a Nulbo. Tzek e Kermit si portano alle celle. Li seguo, con in testa la voce sempre più chiara e nitida. Secondo tutte le previsioni le due porte sulla sinistra risultano essere delle celle. In una giace privo di vita un gamorreano, mentre nell'altra c'è un servitore neimoidiano. Tzek decide di aprire con la datacard la cella e interrogare il prigioniero, ma il servitore è allo stremo delle forze e non ci è di nessuna utilità. "Per il momento stai lì!" gli ordina il Quarren.
Dall'altro lato l'unica porta piccola è malfunzionante e dentro si scorge tutto crollato.
Solo quando la datacard scorre nella serratura elettronica della grossa porta sul lato sud e la apre, subito capiamo tutti l'origine della voce. In una stanza semibuia più grossa delle altre celle, su un lettino giace senza coscienza il corpo di un'umana anziana. La donna è collegata ad un macchinario tramite alcuni fili e ad una mascherina. "La tengono in uno stato di coma indotto" comprende subito Kermit. "Puoi provare a staccare il macchinario?" gli chiedo. Prima della risposta noto la foggia dei suoi abiti. Sono di chiara fattura Jedi. "E' una Jedi!". I miei compagni rimangono stupiti quanto me. Tutto è più chiaro ora, la voce, il perché sia tenuta prigioniera e sedata. Kermit si avvicina al macchinario. "Aspetta!" lo fermo "Potrebbe esserci un sistema d'allarme!". Il volto di Eddie si illumina di stupore: "Oppure il sistema d'allarme c'è all'apertura delle porte!!!" strilla, "Dobbiamo andar via di qui subito!"
Kermit riesce a disattivare il macchinario. In pochi minuti la donna inizia a riprendere conoscenza. "Non abbiamo molto tempo per i convenevoli." la accolgo nel suo risveglio "Sono Revan Kenevar, un Padawan Jedi." La donna sembra piuttosto stordita, ma riesce a parlare. "Io sono Maestra Denia", i miei occhi si spalancano...una Maestra Jedi!..."come mai il Consiglio dei Jedi ha lasciato venire un Padawan da solo fin qui?" mi chiede.
La mia faccia si rabbuia. Denia deve esser rimasta in questo stato incosciente per molto tempo. "Maestra, l'Ordine dei Jedi non esiste più. Il lato Oscuro ha steso la sua ombra su tutta la Galassia, sono tempi bui." Lo sguardo di Denia sembra farsi più lontano.
"Non c'è tempo da perdere!" interrompe Eddie "Andiamo via, proseguirete i vostri discorsi mistici più tardi!".
Con l'aiuto di Tzek do una mano a Denia per sostenersi, è ancora debole. Nel frattempo Eddie, Kermit e Nulbo avanzano nel corridoio. “Il turboascensore è bloccato!” scopre Nulbo. All'improvviso un pannello si apre sul lato nord del corridoio. Il sullustano è il primo ad accorgersene e in una mossa fulminea si mette davanti al passaggio e spara. Dal passaggio nel muro spuntano cinque guardie gamorreane con grandi vibroasce. Il primo, ferito si scaglia su Nulbo, gli altri ingaggiano Eddie e Kermit, mentre uno si dirige verso di noi. Dietro di loro compaiono anche altri due carcerieri, sempre gamorreani, armati di bastoni stordenti che colpiscono forte Nulbo.Sotto i colpi precisi di Tzek e il mio fendente il gamorreano che ci viene incontro viene abbattuto. “Rimani qui!” dico a Denia, mentre mi scaglio nel corridoio, per aiutare i miei compagni in evidente difficoltà; soprattutto Nulbo, accerchiato, cerca di resistere schivando i colpi dei bastoni stordenti, ma anche Eddie e Kermit hanno ferite visibili. Di colpo anche Denia appare al fondo del corridoio e la vedo sforzarsi nel servirsi delle sue abilità Jedi. Una guardia sembra essere affaticata e rallentare i propri movimenti! I rumori ripetuti dei miei fendenti di spada laser riempiono l'aria, Tzek non perde un colpo e alla lunga la formidabile forza di Kermit ha il sopravvento sulla resistenza dei gamorreani. Seppur feriti e stanchi, riusciamo ad avere la meglio. Abbiamo poco tempo per curare le ferite. Dobbiamo scappare dal palazzo.
Imbocchiamo l'apertura nel muro e il passaggio ci porta verso l'alto. Dopo alcuni minuti scorgiamo l'uscita: sembra essere il salone del palazzo. Ci fermiamo perché c'è qualcuno nel salone. E' Demos che sta parlando con una figura proiettata da un droide. Al solo udire della parola “Inquisitore” capiamo che il tempo stringe.
lunedì 7 novembre 2011
Richiesta d'aiuto
Ritornando alle stanze Eddie ci aggiorna su alcune scoperte che ha fatto decifrando nella notte il messaggio vocale in codice. “Era diretto ad uno snodo imperiale. Chi parla riferisce dei problemi attuali di Darga con l'Anello d'Acciaio. Faccio fatica a riconoscere la voce, ma direi a istinto che si tratta del maggiordomo di Darga, il Twi'lek di nome Demos.”
Il giorno successivo veniamo convocati presto da Darga; nella sala non c'è nessuno escluso lui e il droide. L'Hutt ci fa le scuse per l'assalto subito, rassicurandoci sul fatto di aver già preso i giusti provvedimenti nei confronti dei suoi servitori, che erano stati pagati dallo Wookie infiltrato per conto dell'Anello d'Acciaio, perchè reclutassero i 3 Quarren. “Padron Darga vi offre come segno della fiducia che ha per voi dei data card che vi permetteranno di accedere a tutti i livelli del palazzo, per mezzo degli ascensori” traduce TC-663, il protocollare. “Inoltre vi chiede di svolgere il ruolo di suoi consiglieri per l'incontro che tra poco ci sarà con la delegazione imperiale.” Questa è un'ottima notizia per la nostra missione segreta e accettiamo di buon grado. La delegazione è formata da una donna e due soldati, cloni assaltatori. Dopo alcuni convenevoli espongono a Darga le loro offerte. Noi ascoltiamo seduti nella sala, ma poi l'Hutt chiede loro di uscire e ci chiama per consigliarlo sul da farsi. I due imperiali propongono un aumento dell' 80% del loro pagamento in cambio di un 100% in più di gas, ma sono disposti ad alzare il pagamento anche a 100% in più sotto forma di schiavi. Inoltre offrono a Darga un presidio permanente di soldati imperiali su Tarra e una scorta personale di caccia imperiali per i suoi viaggi.
“Abbiamo l'opportunità d'interferire nei piani dell'Impero” penso. Eddie prende la parola, io cerco di supportarlo, e alla fine convinciamo Darga a rinunciare agli schiavi e accettare solo un aumento di produzione. Sul presidio militare non c'è bisogno di convincerlo perchè l'astuto Hutt se bene che è un intento di controllo stretto sul pianeta e sui suoi affari. Darga è soddisfatto dei nostri consigli. Mentre il boss Hutt spiega le sue decisioni alla delegazione, noto che la donna imperiale ha un qualcosa di deja vu e dopo alcuni minuti ricordo: è una donna che abbiamo incrociato un paio di volte su Alderaan, nelle sale del palazzo di Organa! Anche i miei compagni sembrano ricordarla.
Ma Eddie ha notato anche un altra cosa: “Demos ti fissa da parecchio tempo...non vorrei stesse sospettando qualcosa” mi dice all'orecchio. Quando la delegazione se ne va, Darga indice un piccolo banchetto. E' un momento propizio per avvicinare il maggiordomo twi'lek. Io ed Eddie ci sediamo di fronte a lui e con la coda dell'occhio scorgo che la canaglia ha estratto il blaster di nascosto. “Salve Demos”, mi rivolgo al twi'lek, “abbiamo notato che sembri molto interessato a noi.” Lui si schermisce: “Cerco di capire cosa ci trova in voi Darga, visto che io ero il suo consigliere prima che arrivassi...ma se il padrone ha scelto così ci dev'essere un buon motivo.” Eddie lo incalza: “Non ci prendere in giro. Non è che magari stai tramando alle spalle del tuo padrone? Cosa direbbe se scambiassimo con lui due parole?”. Demos sembra accusare il colpo, ma nega tutto. Alzandomi e puntandogli un dito dico ad alta voce, facendomi sentire dalle persone vicine: “Fai attenzione a quello che fai, Twi'lek!” e pronuncio in lingua ryl le ultime parole, “Ti teniamo d'occhio.”. Ci allontaniamo lasciando Demos timoroso. Il pomeriggio passa con qualche altro piccolo passatempo indetto da Darga a cui partecipiamo per non dar nell'occhio. Certo avrei preferito sfruttare la possibilità di girare per il palazzo invece che vedere i servitori traditori di Darga sbranati da un enorme bestia...
“Dobbiamo intercettare Demos mentre si reca alla sala comunicazioni” suggerisce Tzek, la sera mentre nel corridoio decidiamo come agire. Infine decidiamo di dividerci alcuni turni di guardia nella notte, da passare nella sala delle guardie. La sala delle guardie è l'unico passaggio per la sala comunicazioni, ma ha solo il difetto che lì si ritrovano i gamorreani, per niente socievoli e poco contenti della nostra presenza. Ma forti del nostro status privilegiato nella corte di Darga le guardie non ci disturberanno. Mentre Tzek e Kermit passano la prima parte della notte con le guardie, saluto Nulbo ed Eddie e mi ritiro nella mia stanza, per cercare connessione con la Forza e mantenere in esercizio meditativo la mia mente. Nel bel mezzo della mia trance di colpo mi assalgono sensazioni di disperazione, e con mio sommo stupore una voce femminile irrompe nella mia testa: “Lo so che puoi sentirmi. Ti prego aiutami! Aiutami!”. Apro gli occhi, la voce scompare. Bussano alla porta. E' Nulbo e anche lui ha sentito la stessa voce ed è spaventato. “Sveglia Eddie.” dico al sullustano mentre cerco di pensare. Nulbo è spaventato, ma io so cosa può fare la Forza e so bene cosa vuol dire la voce che abbiamo sentito. E' una richiesta d'aiuto. “Non so se volete continuare a sorvegliare la sala comunicazioni” dico ai miei compagni, anche Tzek e Kermit che abbiamo richiamato con i com-link, “ma io ho intenzione di cercare questa persona che si trova in pericolo qui nel palazzo. E di farlo subito.” Potrebbe anche essere una trappola, ma di certo non posso rimanere indifferente. Dagli sguardi dei miei compagni mi sembra di capire che anche loro, soprattutto Nulbo, la pensano come me.